Una mamma, un bimbo T1 ed il suo barboncino, tra storie di vita, di creatività e pillole di diritto

Amici di Sardegna contro il COVID 19 – Onlus per la Sanità in Sardegna

Si chiama Corona Virus. Meglio noto come Covid 19. È entrato in sordina nella nostra vita. In quella di tutti. Da nord a sud, isole comprese. Sardegna inclusa. Un uragano distruttivo che le ha stravolte, appallottolate come un vecchio foglio di carta e lentamente le sta gettando nell’oblio. Una ad una, tra lacrime, preoccupazioni e progetti in sospeso.

Si chiama Covid 19 e ci ha rinchiusi tra quattro mura. Allontanati dagli affetti, dagli abbracci, dai sorrisi, da quei buongiorno e buonasera che scandivano le nostre frenetiche giornate tra lavoro, impegni, famiglia e un aperitivo con gli amici di sempre. Quando si sfrecciava come palline impazzite, senza nemmeno guardarci in faccia.

Ci ha costretti a rivedere le nostre priorità. A vivere esclusivamente con noi stessi e le nostre paure, con l’orologio impazzito che abbiamo imparato a non guardare più, perché anche il tempo sembra sospeso in un limbo. Un limbo scandito dall’assordante cantilena delle sirene che sfrecciano impazzite per la città, con la consapevolezza che ognuna corrisponde ad una vita in bilico tra il respiro profondo e l’aldilà.

Lui è quel mostriciattolo che ci costringe a vivere con la preoccupazione che oggi, domani, dopodomani potrebbe capitare a noi, a loro… perché questo nuovo virus non guarda in faccia nessuno. E se dico nessuno, è nessuno veramente. Strappa dalla quotidianità e dagli affetti giovani e anziani. Medici e infermieri. Operai e avvocati. Professori e pensionati.

Perché lui ha un potere distruttivo devastante che travolge affetti, amicizie e conoscenze. Lentamente lacera certezze, sogni, progetti e speranze. E poi? Come sarà vivere quando finalmente l’Italia arriverà a ZERO contagi? E soprattutto QUANDO arriverà mai quel giorno? Quello in cui ci diranno: chiudi nel cassetto dei ricordi le lacrime versate, indossa la corazza, prendi i cocci, rimboccati le maniche, assemblali, rinasci.

Non lo so. Nessuno lo sa. Sappiamo però che in bilico, su questo filo di lana sottilissimo c’è soprattutto la macchina Italia che cerca di andare avanti. E alla sua guida ci sono: medici, infermieri, oss, commessi, farmacisti, impiegati, macellai, operai, tecnici, operatori ecologici, edicolanti, forze dell’ordine che continuano ad uscire di casa per andare a lavorare. Persone che svolgono il loro compito con l’ansia di chi è consapevole di essere esposto al contagio e rientra a casa pregando di non transitare nessun virus.

Ecco perché i nostri sforzi sono importanti. Ma stare a casa non basta e loro lo sanno. Ne sono consapevoli. Loro che vivono in una terra sola. Quell’isola che tutti sognano l’estate, ma che troppo spesso viene lasciata sola le altre stagioni dell’anno. Quella dove la sanità è povera. Ma povera davvero.

Loro chi?

7 persone di cuore. 7 persone che si sentono, si accordano, si incontrano. Sono in piedi, nel giardino di un palazzo. Quello dove ha sede lo studio di un notaio. Indossano una mascherina. Una ad un metro e più di distanza dall’altro. E qui. Qui stringono un patto senza mani che si sfiorano. Un patto che porta nel cuore un collega che lotta in terapia intensiva contro un nemico sconosciuto. Questo nemico sconosciuto. Quello che non guarda in faccia nessuno e che oggi, domani o dopodomani potrebbe strapparci le certezze e gli affetti.

Così nasce “Amici di Sardegna contro il COVID”, una Onlus fondata il 25 marzo. Sì. 10 giorni fa. E in 10 giorni ha raccolto oltre 40.000 in una terra dal cuore grande, malgrado la crisi.

Il suo obiettivo? Sostenere la sanità di Sardegna. Quella dell’Ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Quella di un’isola dove le multinazionali non hanno interessi e le donazioni sono quelle delle piccole aziende, dei cittadini che arrancano anch’essi in un periodo di profonda crisi. Quella dove i sanitari non hanno il minimo indispensabile per svolgere serenamente il loro lavoro. Quella dove se si ammalano anche medici, infermieri e oss, chi li cura i pazienti?

Ecco perché il loro. Il mio. Il tuo. Il nostro aiuto è importante. Importante per il bene della collettività della nostra terra.

Come verranno utilizzati i fondi racconti da “Amici di Sardegna contro il COVID”? Ogni singolo euro versato verrà utilizzato per acquistare direttamente dai fornitori italiani, i dispositivi sanitari richiesti espressamente dai sanitari in prima linea nella lotta al COVID 19.

Come effettuare le donazioni? Parla uno dei fondatori: “abbiamo aperto un conto corrente dedicato per questo. Chi può e per quanto può faccia un bonifico istantaneo al conto corrente con Iban IT27H0101504806000070727806.

Chi sono le 7 persone che muovono le rendini di questa ONLUS? Ti assicuro che si tratta di brave persone. Serie e responsabili. Persone che hanno a cuore la salute di tutti. Se lo desideri, prima di donare, puoi contattarli via mail all’indirizzo amicidisardegnacontrocovid@gmail.com oppure tramite il form contatti della pagina Facebook.

Io? Sì. Conosco queste persone e probabilmente anche Tu!