Letizia è la mente ed il cuore di MaMaglia – Creazioni artigianali. MaMaglia è un bel progetto di home working che valorizza il fatto a mano con amore, secondo principi fondamentali (ex. il riciclo di materiali) in cui la sua creatrice crede profondamente e che sono il cuore di ogni suo lavoro a maglia.
MaMaglia è un vero e proprio lavoro! Ma come lo è diventato?!? Chi è Letizia? Quando il fatto a mano può diventare un impiego? Quando un progetto è destinato ad avere futuro? Cosa pensa del suo lavoro il mondo che ruota attorno a Letizia? Come e dove vende le proprie creazioni?
Per la rubrica “Donne Manager di Se Stesse” che dell’ home working ne hanno fatto una fonte importante di sostentamento, ecco una nuova intervista ricchissima di spunti, informazioni e soprattutto positività, sogni e progetti!
Grazie Letizia!
- Chi è Letizia e di cosa si occupa?
Ciao, sono Letizia, ho quasi 38 anni e abito a Prato, la città dove sono cresciuta e che amo molto. Prima di dedicarmi al progetto MaMaglia ho lavorato a lungo in ufficio, mi occupavo di commercio estero. Circa 3 anni fa l’azienda per cui lavoravo ha chiuso, ed io mi sono ritrovata con tanto tempo e altrettanta voglia di fare a disposizione.
È stato lì che un’amica, per caso e per hobby, mi ha suggerito di provare la tecnica dei telai da maglia. Proprio io, pensavo, che non so neanche usare ferri o uncinetto? Invece è stato amore a prima vista!
Io sono una persona che si butta a capofitto in tutto quello che fa, e con impegno e passione mi sono dedicata prima ad imparare la tecnica, poi, visto che i miei manufatti piacevano ed io ero disoccupata, anche a venderli cercando di raccontare la mia e la loro storia.
- Mamaglia è un progetto che valorizza il fatto a mano. Ogni tuo capo è creato con passione e cura. Mamaglia è o diventerà prima o poi un vero e proprio lavoro?
Al momento, MaMaglia è il mo lavoro. Non ho ancora aperto la Partita IVA perché lo scorso anno non ho avuto grossi fatturati, ma quest’anno sta andando bene quindi il progetto è proprio quello di dare vita ad un’attività che sia tale anche a livello burocratico.
Perché, per quanto riguarda l’impegno, il tempo dedicato e le energie, è decisamente un lavoro a tempo pieno!
- Il fatto a mano ha una storia. Parte da un progetto e si sviluppa nelle mani della creativa passo dopo passo. Il più delle volte però non si comprende il valore del manufatto artigiano rispetto a quello industriale. Davanti all’obiezione: “è troppo caro”: come ti senti, cosa pensi e come affronti il potenziale acquirente?
Per fortuna, nei tanti mercatini che faccio, mi è capitato poche volte di sentirmi dire “costa troppo” davanti ad un prezzo. Penso che sia necessario per prima cosa selezionare il proprio target e capire cosa cerca e quanto è disposto a pagarlo, e di conseguenza scegliere luoghi, fisici ed on line, che siano adeguati. Ma questo è ovviamente un lavoro che va fatto a monte… Quando sono vis à vis con i clienti io inizio sempre col raccontare cosa c’è dietro al mio prodotto. Come è realizzato, con quale tecnica, materiale, punto, quanto tempo serve, ecc. Invito a toccare, provare, sentire tre la dita la differenza tra un filato e l’altro. Davanti a tanto entusiasmo, sono pochi quelli che dicono “beh sì ma è caro”. Quando mi è successo, c’è poco da fare. Se il messaggio non arriva non ci si può mettere a fare la paternale al cliente altrimenti si rischia l’effetto opposto, ovvero di risultare, oltre che cari, anche antipatici!
- Mamaglia ed il riciclo: che rapporto esiste tra i due? Quale etica muove il tuo lavoro?
Sarà che vengo da una città che del riciclo dei cenci ha fatto la sua bandiera nel mondo, ma per me questo aspetto è molto importante. Le mie borse, per esempio, sono realizzate tutte in materiali di recupero: fettuccia di proveniente da scarti tessili, fodera fatta con abiti vintage, bottoni d’epoca. Anche per le sciarpe ed i cappelli, se non trovo filati provenienti da recuperi di vecchi tessuti (si ottiene, per esempio, uno straordinario cotone dai vecchi jeans), scelgo sempre lane di qualità, italiane, prodotte da aziende che lavorano nel rispetto del lavoro e dell’ambiente. Non penso che si posa voltare la testa davanti ai massacri di luoghi e persone commessi dalla grande distribuzione.
- Mamme, donne, lavoro: un connubio esplosivo di incombenze, preoccupazioni e stress. Nel 2018 la donna ed il lavoro viaggiano ancora su due binari paralleli, cosa pensi che serva per conciliare il ruolo della donna lavoratrice con la famiglia?
Premetto che io non ho ancora figli, quindi certamente la mia organizzazione è più semplice da questo punto di vista. Ma la famiglia, la gestione di tanti impegni e ruoli la conosco bene, e la sento decisamente su di me. Essere donna, lavoratrice, compagna, figlia, sorella… tante sfaccettature del nostro essere che ci rendono quelle che siamo e che dovremo imparare a percepire come quello che sono, e cioè un’unica persona speciale e capace di moltiplicarsi senza dividersi mai. Non voglio entrare in discorsi politico-sociali, e penso a cosa possiamo fare noi donne per salvaguardare noi stesse: imparare anche a dire di no. Spesso prendiamo tutto sulle nostre spalle, diciamo “ci penso io”, anche se siamo oberate di impegni, e poi ci sentiamo inadeguate quando non tutto fila come avremmo voluto. Almeno… a me succede, ed ho capito che dire invece “mi dispiace, ma questo non posso farlo”, non è una tragedia, e le persone intorno a noi se la cavano lo stesso.
- Perché creare una sezione del blog dedicata ai nuovi artigiani, quelli che ancora devono capire come e dove vendere i propri oggetti, che ancora non conoscono la normativa in materia e non hanno idea di quali canali sfruttare?
L’ho fatto perché sono profondamente convinta che la condivisione sia uno degli aspetti principali del lavoro di artigiano. Se realizziamo i nostri prodotti è anche perché qualcuno ci ha insegnato una tecnica tradizionale, oppure perché, come nel mio caso, ci ha dato un suggerimento. Siamo l’anello di una catena di lavoro e tradizioni che si spera non si interrompa qui. Eppure, sono tanti gli artigiani che tengono le informazioni per sé come fossero segreti. Io posso capire non svelare tutti i dettagli del proprio lavoro, visto che ahimè i “copioni” sono sempre in agguato, ma in linea generale questo mestiere è bello proprio per la sua dimensione collettiva. Ai mercati ci si aiuta, chi ti da una mano ad aprire il gazebo, chi ti controlla il banco se ti assenti qualche minuto, chi ti trova una lampadina di emergenza se la tua si è fulminata. Perché non farlo anche sul web? Io, nel mio piccolo e per quella che è la mia esperienza, cerco di aiutare chi è alle prime armi e magari brancola nel buio. C’è sempre qualcosa che si può dare e posso assicurare che poi torna sempre indietro!
- Qual è la differenza tra il fatto a mano per fare “impresa” ed il fatto a mano per limitarsi a piccoli regalini alle amiche? Insomma, quando e perché secondo te si può pensare di costruire qualcosa in più e far diventare un hobby un vero e proprio lavoro da casa?
La differenza, come ovvio, non è nella qualità della produzione. Ce lo insegnano le nonne… si può essere artigiane sopraffine, artiste dell’uncinetto o del ricamo eppure farlo essere sempre e soltanto un hobby. Credo che la discriminante sia l’approccio imprenditoriale, intendendo come impresa appunto non soltanto la grande azienda ma anche, come nel nostro caso, i piccolissimi business. Per approccio imprenditoriale intendo il valutare costi, ricavi e guadagni quando si realizza una collezione o una serie di prodotti. Proporre il proprio marchio dandogli un’identità personale, rinunciare anche a qualcosa per creare una piccola nicchia, pensare alla pubblicità, al modo di raccontarsi, a quanto, ed in quanto tempo, vorremo riuscire a guadagnare dal nostro lavoro.
- Mamaglia ti impegna. Impegna la Tua giornata. Tramite i mercatini e vari shop vendi le tue creazioni. Quindi il tuo è un vero e proprio “home working”. Come approcciano gli altri/famiglia/amici rispetto al tuo lavoro? Danno valore al Tuo tempo?
Da questo punto di vista mi ritengo estremamente fortunata. Provengo da una famiglia di commercianti, di lavoratori in proprio che non hanno mai pensato “ci vuole il posto fisso”, ma al contrario mi hanno sempre incoraggiata a trovare la mia strada in modo autonomo e non legato alle assunzioni o al lavoro da dipendente. Quindi il mio lavoro gode di estremo rispetto tra i miei familiari, e questo per me è di grandissima importanza. Sanno che quando lavoro lo sto facendo sul serio e non mi capita spesso di essere interrotta o distratta. Diverso è il discorso con gli amici. Alcuni la pensano come i miei parenti, ma altri hanno un po’ il pensiero che faccia “lavoretti”, “cosine”, e che in qualche modo mi trastulli tra gomitoli e telai. Generalmente sono quelli che magari non hanno Facebook o Instagram e non vedono la quantità e la qualità della comunicazione che c’è dietro al mio progetto. Lì allora sta a me far capire che non si tratta solo di fare una sciarpina ma di idearla. Di farla bella, di farla bene. Con un adeguato rapporto qualità prezzo sia per chi compra che per chi vende efare il prezzo. Si tratta di fotografarla adeguatamente, con mille tentativi. Di raccontarla per parole ed immagini. Di gestire il negozio su cui venderla. Prendere in carico l’ordine, imballarlo in modo che sia belo anche a vedersi, spedirlo. Avere a che fare con clienti di ovunque nel mondo e con le loro richieste… Tutto questo, e molto altro.
- Come organizzi le Tue giornate di lavoro da casa?
Con un’organizzazione marziale! Almeno, con il tentativo di un’organizzazione precisa e stabilita a priori… Tentativo che 5 volte su 10 poi subisce mille cambi in corso d’opera, ma mi piace così. Di solito dedico la mattina al lavoro sul web, blog o negozio. E alle fotografie, perché preferisco la luce. Nel pomeriggio, e anche la sera se guardo la tv (sono una fanatica di serie tv!) o ascolto musica, lavoro materialmente al telaio.
- Letizia ama non solo i filati, ma anche la scrittura. Dove possiamo leggerti?
La scrittura è una passione che mi accompagna da sempre, ho partecipato ad alcuni concorsi letterari e di recente è uscita una raccolta che contiene anche dei miei racconti.
(Ti lascio il link IBS: https://www.ibs.it/100-lieto-
- Dove possiamo acquistare le tue creazioni?
Io amo lavorare sui prodotti personalizzati quindi se, sui miei canali social, vedete qualcosa che vi piace, sentitevi liberi di chiedere le varianti che preferite via email: letizia@mamaglia.it Inoltre, c’è il mio negozio Etsy che trovare su www.mamaglia.etsy.com