Una mamma, un bimbo T1 ed il suo barboncino, tra storie di vita, di creatività e pillole di diritto

“Mollo Tutto e Vado a Vivere in America” di Giorgia Balestri del Blog Once Upon A Dream

Immagine coperta da Copyright. Ne è vietata la riproduzione totale o parziale.

In realtà Once Upon A Dream nasce prima, molto prima di quel trasloco che ha visto chiudere la loro vita dentro degli scatoloni diretti negli USA, anche se ho iniziato a leggere le avventure di Giorgia proprio in quella fase, quando tra liste e scatoloni prima, patente e insegnanti poi cerca di organizzare la nuova quotidianità a stelle e strisce.
Sì, senza ombra di dubbio Giorgia è una Mamma speciale. Se chiudo gli occhi e penso a Lei, la immagino come un’ equilibrista che si destreggia tra due bimbe piccine, le famiglie in Italia e la lontananza, Skype, scuola, sirene d’allerta, supermercati, scelte importanti e un marito al lavoro. In tutto questo realizza anche che l’America non è nemmeno quella delle serie televisive.
Ed ecco che la curiosità di porle qualche domanda è tanta: ci presentiamo e ci spiega dove si inizia ad impacchettare la vita di una Famiglia, tra decine di quesiti: cosa lasciare e cosa portare? Com’è questa nuova vita tra caffè americano, bottiglioni da litri di latte e il giornale lanciato nel giardino di casa? I couponisti esistono veramente e i buoni sconto dove vengono reperiti? Questo, tanto altro e soprattutto cos’è Once Upon A Dream tra progetti e racconti di vita di Giorgia Balestra. 

Giorgia Balestri e Once Upon A Dream: cosa siete l’una per l’altro? 

Once Upon A Dream è il blog di Giorgia Balestri, è il mio diario di viaggio, viaggio che per ora mi ha portato qui a Nashville in Tennessee. E’ più di un blog per me: è come il terzo figlio. Potrebbe sembrare un’esagerazione, ma non lo è. Mi prendo cura di lui tutti i giorni e rispecchia nel bene e nel male la nuova realtà in cui vivo.

Quando e come, ovvero la scelta di trasformarti in una Blogger. 

Non chiamatemi blogger, sono una semplice racconta storie, le etichette non mi sono mai piaciute. Comunque  l’idea nacque per caso nel Marzo del 2014. Adelaide stava buona solo al parco di fronte a casa. Appena ne varcavo l’ingresso, lei si addormentava di brutto, era capace di dormire anche due ore di fila! Mi ritrovai ad avere un sacco di tempo libero tutti i pomeriggi e cominciai a scrivere… Di argomenti ne avevo da raccontare: dal ricovero di Adelaide a soli 40 giorni di vita, dove rischiammo di perderla, al reflusso importante che la colpì a 3 mesi, allo svezzamento precoce che cominciò a soli 4 mesi. Insomma il blog diventò la mia terapia alla solitudine, dato che mi ritrovavo spesso e volentieri a casa da sola col mio scricciolino. Nacque così il mio primo blog Ninna Nanna Ninna – O . Da quel momento è iniziato ufficialmente il mio percorso di mamma blogger che mi ha portato fino a qui. Ti confido che ho sempre scritto più più per passione che per lavoro e sono consapevole che sulla faccia della terra ci sono persone che scrivono meglio di me. 

A di amore, B di bimbe (due!) e C di casa in Tennessee ovvero 3 elementi che hanno felicemente sconvolto la Tua vita. Quando ti sei detta: “ohh ca@@o parto veramente per l’ America” e quanto cambia la vita di una famiglia che prende tutto e vola via?! 

Realizzai che stavo partendo per il Tennessee e che non era un sogno, solo la mattina del 20 Giugno 2016 quando arrivò il taxi a prenderci. Fino ad allora non mi sembrava vero: mollare tutto per andare a vivere negli USA! “Ohh Ca@@o parto per l’America” penso di averlo ripetuto mentalmente almeno un centinaio di volte nel momento in cui il primo aereo (di 3) decollò. Io ho paura di volare, ma per amore si fa tutto! La vita di una famiglia che si trasferisce all’estero cambia radicalmente. Ricordo i primissimi mesi, furono terribili. Anche ora non è che sia una passeggiata: abituarsi a nuovi stili di vita e scontrarsi con una mentalità totalmente diversa ti mette a dura prova tutti i giorni! Soprattutto se ci sono dei bambini coinvolti. Ci sono stati momenti che mi sono detta: “Ma chi me l’ha fatto fare??!”

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Tra liste, scatoloni e corrieri, da dove inizia l’organizzazione di un mega trasloco nell’altro capo del mondo, con due bimbe al seguito? 

Abbiamo avuto due settimane di tempo per organizzare il nostro trasloco. Per non dimenticare nulla facemmo una lista delle cose da fare prima del 20 giugno 2016 e ogni giorno cercavamo di depennare qualcosa. Per le bambine era un piacevole gioco: io riempivo gli scatoloni e loro li vuotavano. Potete immaginare come arrivassi stanca a fine giornata! Comunque parlai sul mio blog dell’avventura trasloco internazionale coi bambini nel post vedo solo scatoloni

Prendere o lasciare, cos’ hai irrinunciabilmente portato dietro nella Tua nuova casa? 

Non potevo partire senza la nostra adorata moka per il caffè. Ho fatto bene perché qui non esiste, si trovano solo le macchine del caffè americano. Per carità il caffè da Starbucks ogni tanto lo bevo, ma vuoi mettere il gusto di un espresso italiano? Un’altra cosa a cui non ho rinunciato è la tigelliera per cuocere le crescentine emiliane. A dir il vero ne abbiamo portate due, non sia sa mai… Adesso che ci penso, a distanza di 9 mesi, il nostro trasloco non è stato troppo traumatico dal punto di vista affettivo, perché vivevamo in un appartamento già arredato, non dovevamo portare via i mobili, che non è poco! Il problema più grosso era capire cosa decidere di portarci dietro come oggetti personali, vestiario e calzature. Per esempio per le bambine ho scartato poco e niente, ho preferito portare con me più ricordi possibile. Anche la cernita dei giocattoli, ne ho scartati pochissimi. Per la loro felicità!

Cosa hai sacrificato e quante volte ti sei detta: “perché non l’ho portato con me?” 

Quando preparavo gli scatoloni, ho regalato la mia vecchia batteria di pentole di Agnelli. Ora mi mangio le mani perché qui le pentole buone si pagano a peso d’oro e poi il tagliere di legno della nonna per impastare pane e pizza non si trova, o meglio dovrei andare all’Ikea, ma la più vicina dista 3 ore e mezzo di macchina.

America, supermercati e buoni sconto: è davvero come in “Tutti pazzi per la spesa”?!? Dimmi, Ti sei mai imbattuta in un couponista incallito di quelli che 3 carrelli di spesa, faldone di buoni sconto, scontrino chilometrico a zero dollari spaccati? 

Grazie a Dio per ora non mi sono mai imbattuta nel couponista incallito, ma vorrei fare una premessa: l’America che si vede nei programmi televisivi o nei film è molto diversa dalla realtà. Per esempio, molti quando pensano agli USA s’ immaginano di passeggiare per le vie di NY sbirciando la vetrina di Tiffany… Mi dispiace deludervi, ma non è così, non è mica come come vivere in Friends o Gossip Girl. Le grandi città sopra il milione di abitanti sono circa una decina, il resto sono agglomerati di case sparse per la campagna, diciamo grandi quartieri, dove difficilmente si può passeggiare a piedi ma sei obbligato a prendere la macchina per raggiungere il supermarket più vicino a te. Questo per dire che i programmi televisivi vengono pompati di brutto. I coupon esistono sì, ci sono App da scaricare sul cellulare o li trovi nell’edizione del giornale della domenica, ma scontrini chilometrici a zero dollari dubito.

Ma il brick del latte è davvero da qualche litro e te lo lasciano fuori dalla porta assieme al giornale?! 

Eh eh il brick del latte, quello più piccolo, half gallon, misura 1,89  L. Quello più grande, 1 gallon, misura 3,79 L. però mi spiace deluderti: il latte lo devi acquistare al supermarket, non te lo porta a casa nessuno a meno che non fai la spesa online (che io considero una figata!) Il quotidiano in compenso te lo lasciano nel giardino, fuori dalla porta.

Supermercati italiani versus supermercati americani: come organizzi la spesa nel nuovo mondo e quanto di queste nuove abitudini porti sul blog? 

La vita negli USA costa carissima e questo si ripercuote sulla spesa settimanale. Noi abbiamo deciso di acquistare solo alimenti bio, che qui chiamano organic, perché i consumatori americani sono più esposti degli europei  agli alimenti derivanti da organismi geneticamente modificati (OGM). In Nordamerica l’impiego di queste piante è permesso senza obbligo di segnalazione in etichetta. Detto ciò per me la sfida più grande nel fare la spesa è leggere attentamente le etichette per evitare cibo spazzatura. Per fortuna mi piace cucinare e spesso e volentieri sperimento ricette americane che riporto poi sul blog. Recentemente la mia primogenita mi ha chiesto di fare i Donuts e io l’ho accontentata. Ecco la ricetta dei Donuts, se volessi sperimentare anche tu 😉 

Nel futuro di Once Upon a Dream c’è la possibilità di rivolgerti anche a lettori del tuo nuovo mondo, il Tennessee? 

Certo che sì e lo sto già facendo. Once Upon A Dream è un blog multilingue, troverai alcuni post tradotti in inglese. Devo essere sincera, tradurre tutti gli articoli in inglese è un impegno non del tutto indifferente, infatti non sempre riesco ad aggiornare il blog in inglese. Finora mi ha dato una mano con le traduzioni, una ragazza che ho conosciuto qui. Senza di lei non so come avrei fatto!! In futuro spero di fare meglio!

Grazie Giorgia!

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