Come insegnare una filastrocca o una poesia ai bambini? Come ottimizzare lo studio dei nostri figli? Qual è il momento della giornata in cui lo studio è più redditizio? Quali tecniche sfruttare per ricordare concetti complessi, formule o interi capitoli di storia, chimica o geografia astronomica? Non sono domande banali poiché spesso ci si ostina ad imparare a memoria tutto e non solo le filastrocche e poi basta un attimo per perdere un passaggio e non riuscire nell’intento. Oppure può accadere di avere difficoltà ad imparare a memoria.
E sì. Qualche volta insegnare una poesia o una filastrocca ai bambini può far disperare mamma e papà e demoralizzare i bimbi stessi. Quando ero piccola, ricordo che l’unico compito a casa che mi stressava era appunto imparare a memoria. Dalle Bucoliche di Virgilio (in metrica), passando per le poesie di Ungaretti, io odiavo quello stesso memoria che paradossalmente è così facile per Mattia che, invece, memorizza velocemente. In realtà a me che voglio sempre capire tutto, proprio non scendeva e tuttora non mi scende giù il fatto di memorizzare e basta.
Con il tempo, l’esercizio pratico fino alla laurea e tanti corsi dedicati alla comunicazione ho imparato che esistono tecniche di memorizzazione più o meno adatte ad ognuno di noi. Tecniche di studio che aiutano a memorizzare concetti velocemente, ottimizzando i tempi a beneficio dei nostri figli, di mamma e papà. Meccanismi che possiamo sfruttare anche per insegnare una poesia.
Ma come aiutare efficacemente i nostri figli? Come insegnare una poesia a memoria? Non voglio aprire una dissertazione tra emisfero destro del cervello (l’artista) ed il sinistro (l’ingegnere). E nemmeno discutere sulle tipologie di persone con le quali approcciamo: visivo, auditivo e cinestesico. Oppure le tipologie di personalità e le tecniche da utilizzare per comunicare efficacemente con ognuna di esse.
Ciò che desidero dirvi è: comprendere il tipo di persona che è il nostro bimbo, ci aiuta a capire meglio come sviluppare una tecnica di studio ottimale in termini di tempo e resa.
Ribadiamo che non essendo questo il luogo adatto per dissertazioni sulla comunicazione, psicologia e non solo che lasciamo agli esperti in materia. Non essendo questa una guida didattica che lasciamo agli insegnanti. Essendo invece un luogo dove mettervi una pulce nell’orecchio, passiamo a definire quelle tecniche che (da mamme e papà) possiamo sviluppare per insegnare ai nostri bambini una poesia, una filastrocca o un qualsiasi testo.
Come insegnare poesie e filastrocche ai bambini?
- In primis è bene individuare il momento migliore per insegnare a memoria un testo breve o lungo che sia. Appena dopo il pranzo, dopo 5 ore di scuola, potrebbe essere il momento migliore per la mamma, ma non per il bimbo. Dopo le 17 però il tasso di attenzione inizierà vorticosamente a diminuire. Infatti, Ti sei mai chiesta perché è preferibile fissare una visita medica o un qualsiasi altra attività al mattino? Perché i bimbi sono più calmi e attenti.
- Poi è necessario dedicarsi un luogo senza distrazioni, poiché le prime fasi sono le più importanti. Successivamente possiamo trasformare poesie e filastrocche in un gioco.
- Attenzione: è importante dividere il testo in parti piccole. Leggere assieme e se il bimbo sa leggere, dopo alcune esercitazioni, passare il testo a lui e farlo leggere direttamente.
- Comprensione del testo ovvero analizzare e spiegare la tematica trattata, gli interlocutori, etc. affinché il bimbo capisca di cosa si parla. La comprensione del testo ne fissa alcuni aspetti principali nella memoria del bimbo. Si parte con la comprensione del testo, anche perché imparare a memoria una lezione, quando il bimbo non ha la più pallida idea di cosa sia una diga (e la mamma risponde non te lo so spiegare), non ha senso!
- Leggere le prime strofe e ripeterle assieme e solo dopo la memorizzazione, passare a quelle successive.
- Sfruttare situazioni a random, nel corso della giornata, per ripassare il testo assieme. Quindi ad esempio: in auto, fermi al semaforo; la mattina mentre ci si lava; mentre si apparecchia.
- Rendere il ripasso della poesia o la filastrocca un esercizio leggero e divertente aiuta il bimbo a non frustrarsi davanti a compiti di questo tipo, ecco perché possiamo trasformarla anche in una canzoncina, accompagnata da un sottofondo soft.
- Dopo la fiaba della buonanotte, prima della nanna, la poesia e la filastrocca sono sempre una buona idea perché il sonno aiuta la memoria.
Quali tecniche usare per insegnare una poesia o comunque imparare un testo a memoria?
- Sfruttare le immagini ovvero associare alle parole un’ immagine e disegnarla in uno schema progressivo aiuta il bimbo a fissare i passaggi. Questo meccanismo delle associazioni si può fare in un foglio a parte o, qualora possibile, sul libro.
- Utilizzare la tecnica del palazzo della memoria che sfrutta la memoria visiva e quella spaziale. Come si sviluppa? Disegna un grattacielo, assegna un piano ad ogni strofa/paragrafo/etc. e all‘interno del piano disegna un elemento/figura associata al testo. Nel caso della filastrocca o della poesia sarà sufficiente sfruttare la parola chiave (esempio: fiore, frutto, etc.), nel caso di uno studio più complesso puoi associare a quella parola, una simile che la tua memoria ricorda meglio (associazione anche divertente nel caso!).
- Gestualità è importante per alcuni bimbi. Quindi mentre recitate la poesia o la filastrocca potrebbe essere utile simulare il mare o un orologio, il sole o il cielo.
- Musica ovvero trasformare il testo in un ritmo, sfruttando una musica di sottofondo.
- Scrittura: alcuni bimbi fissano meglio i concetti se dopo aver imparato li sviluppano su carta. I miei libri di diritto, ma anche quelli di comunicazione, sono “vissuti” ovvero evidenziati, siglati, riassunti. Io memorizzo solo così: comprendendo e sintetizzando.
- Registrare la voce: è divertente e lo aiuta a ripassare le strofe, a migliorare la dialettica. Possiamo farlo con il telefono e risentire la registrazione, a random, nel corso della giornata, nei momenti morti. Meglio ancora se si ripete assieme, durante l’audio.
Esistono altre tecniche per memorizzare velocemente dei testi? Sì.
- 1) Man mano che lo studio progredisce in termini di difficoltà, potresti trovare utile sviluppare su carta delle mappe concettuali (schemi da memorizzare che aiutano soprattutto su tematiche come il diritto).
- 2) Se devi memorizzare una serie di parole o punti, potrebbe essere utile usare la tecnica della sigla (acronimo) ovvero di ogni parola prendi la prima lettera e crei una sigla. Sarà sufficiente memorizzare l’acronimo e da qui sviluppare il discorso punto per punto. Ad esempio: caratteristiche del diritto di proprietà = PEEAIPI = P (pienezza) E (esclusività) E (elasticità) AI (autonomia e indipendenza) P (perpetuità) I (imprescrittibilità).
- 3) Sfrutta la memoria visiva trasformando la camera in una bacheca dove attaccare fogli, cartelloni, post-it con sigle o formule da memorizzare e che risultano difficili da ricordare. Ogni volta che entrerai in camera o alzerai la testa, visualizzerai il concetto fino a inglobarlo automaticamente.
Qual è l’orario migliore per studiare? Sicuramente la mattina, dopo la colazione, quando la mente è reattiva, riposata e lucida. Per teminare nel primo pomeriggio. Questa regola è d’aiuto soprattutto per bambini e ragazzi, anche in fase di home school causa sospensione delle attività didattiche. E soprattutto in situazioni limite come queste è importante mantenere le abitudini scolastiche scandite dagli stessi orari, mentre il pomeriggio potrebbe essere dedicato ad attività ricreative e ludiche. Con l’età ed il progredire dello studio, ognuno di noi svilupperà la tecnica migliore di studio: ad esempio la notte quando tutto tace, anziché la mattina quando la casa è in confusione.
Come organizzare lo studio di una quantità importante di pagine o manuali? 1) Distribuisci la materia nel tempo per rendere più proficua la comprensione e la memorizzazione. 2) Fissa degli obiettivi, organizzando una scaletta di studio da tenere davanti alla scrivania. 3) Chiudi il telefono dentro un cassetto. 4) Utilizza le pareti come delle bacheche dove scrivere, schematizzare
Pillole di comunicazione:
- Il visivo è una persona che parla velocemente associando alla comunicazione una sequenza di immagini (parole e disegni). Così un visivo potrebbe essere facilitato nell’apprendimento dei concetti, attraverso uno studio che riporta i concetti per iscritto, attraverso sigle, disegni o parole chiave che vengono fotografate dalla memoria e sviluppate all’occorrenza. Il visivo è una persona che associa la comunicazione ad una gesticolazione aperta, spesso non fa pause perché nella sua testa le immagini ed i pensieri scorrono così velocemente che deve svilupparli/comunicarli senza sosta.
- Il cinestesico è una persona che vive il mondo attraverso il tatto, l’olfatto, le emozioni. Ha un tono di voce basso, lento e che tende a fare pause continue. Sono persone che cercano il contatto fisico e sono poco attente ai dettagli. Un visivo davanti ad un cinestesico perde la pazienza, poiché la lentezza del suo linguaggio entra in contrapposizione con la velocità dei suoi ritmi di ragionamento.
- Auditivo è colui che ha sviluppato le capacità di ascolto, parla in maniera armoniosa e ritmica. Sono persone che ascoltano attentamente ogni singola parola e la memorizzano. In genere questa tipologia di persone sono introverse, riflessive e organizzate.
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Ricorda: se studi per comprendere, ricorderai!