Una mamma, un bimbo T1 ed il suo barboncino, tra storie di vita, di creatività e pillole di diritto
mamma plusdotata

Bambini e Plusdotazione tra chiarimenti, consigli ed esperienze dal Blog MammaPlusdotata

Chiara è una Mamma Plusdotata, anzi Chiara è la “Mamma Plusdotata” dell’omonimo blog. Lei è la Mamma, con una marcia in più, non di uno, bensì di due bimbi con uno spiccato senso di curiosità.
La plusdotazione non è solo gioia, orgoglio, speranza di un avvenire di successo, bensì anche dolori. Essere un genitore plusdotato, ma anche e soprattutto un bimbo plusdotato, è spesso impresa ardua, in un mondo fatto di “etichette” in cui chi non è omologato vieni erroneamente percepito come diverso. In un mondo in cui qualche volta ci si ritrova a combattere contro i mulini a vento.

Chiara è la mamma di Ale & Ele, 12 e 8 anni. Ale & Ele sono un fratellino ed una sorellina il cui quoziente d’intelligenza è superiore alla media normale e, quindi, sono bimbi le cui capacità cognitive sono amplificate all’ennesima potenza.

Ho conosciuto la loro realtà grazie a questo immenso mondo del blogging. Mi sono emozionata con loro, arrabiata con loro, da spettatrice, da lettrice che segue questo mondo da dietro uno schermo.

Così, decido di creare uno spazio per parlare con Chiara e della Sua famiglia plusdotata. Le pongo le domande che da Mamma mi balzano alla mente e che le Mamme Amiche mi hanno suggerito.
Quando ascolto le Sue risposte, sì… ne rimango affascinata, colpita. Sentir parlare della plusdotazione con le quelle parole così intense e ricche mi/ci permette di sfiorare con mano il mondo due bimbi, due bimbi come tutti gli altri, con una fame di sapere e delle capacità superiori alla media!

Grazie infinite Chiara!

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Il tuo blog si chiama Mamma Plusdotata. Perché dedicare un blog ad un tema così complesso?
L’idea è nata dalla mia esperienza di mamma di ragazzi plusdotati. Cinque anni fa Ale aveva 7 anni. Per puro caso, a causa di problemi scolastici che ci avevano fatto pensare alla dislessia lo abbiamo sottoposto a dei test per capire se effettivamente i dubbi nostri e delle insegnanti erano fondati e ci siamo trovati catapultati in questa realtà che in Italia è sconosciuta. Dopo qualche anno, quando mi sono sentita pronta a parlarne all’esterno della famiglia ho pensato che scrivere della nostra vita in famiglia potesse aiutare altri genitori nella nostra stessa situazione e potesse far capire alla società questo mondo ancora sconosciuto ai più.

Plusdotazione, ovvero? Chi sono i piccoli geni?
Premetto che la parola geni non mi piace, anzi, se posso farmi portavoce dei genitori di bambini plusdotati a nessuno di noi piace questa parola, è una parola che viene usata troppo spesso per definire i nostri figli ma è anche un grosso peso per loro, li carica di troppe aspettative e invece noi genitori vorremmo che i nostri figli, come tutti i ragazzi, si sentano liberi di percorrere la loro strada senza etichette e senza sentirsi in obbligo di dimostrare le loro competenze.

La plusdotazione è vedere e sentire la vita in maniera più coinvolgente, è sentire i rumori in maniera più intensa, sentire il freddo di un ghiacciolo talmente fastidioso che devi per forza farlo sciogliere, vedere un arcobaleno e chiederti il perché si forma, la plusdotazione è avere fame di informazioni sempre più dettagliate, avere una testa che non si ferma, porsi sempre mille domande per cercare la spiegazione a tutto quello che ti circonda.

Plusdotati si nasce o si diventa?
Plusdotati si nasce assolutamente, la plusdotazione è una neurodiversità, alcuni mesi fa un’emittente francese ha realizzato un bellissimo servizio sui ragazzini plusdotati e ha intervistato due neurologi, in quel servizio mettevano a confronto due risonanze magnetiche di due ragazzini della stessa età uno plusdotato e uno normodotato, nella risonanza del ragazzino plusdotato si vedevano miliardi di connessioni neurali che nel ragazzino normodotato non c’erano e queste miliardi di connessioni neurali generano un modo di vivere più intenso, il plusdotato non è il bambino che studia 5 ore al giorno, il plusdotato è il bambino che a 6 anni riesce a stare attento in classe e fare collegamenti con le varie materie, è un bambino curioso fin dai primi anni di vita.

Geni riconosciuti o geni incompresi? Qual è in genere il rapporto con gli insegnanti, i compagni e i genitori degli altri bimbi? Qual è il ruolo della Scuola nella loro crescita intellettuale?
Il genio è quella persona che ha apportato un contributo significativo alla società, per parlare di genio come minimo dobbiamo aspettare che facciano qualche scoperta fondamentale! 

Quindi “Bambini plusdotati riconosciuti o incompresi?” Eh non è una risposta facile se guardo il quadro italiano ad oggi vedo comunque dei passi avanti rispetto a 5 anni fa, ma sicuramente sono ancora incompresi. Purtroppo rispetto ad altri paesi come gli USA siamo in ritardo di ben 60 anni, siamo proprio agli inizi e c’è tanto lavoro da fare, tanta informazione corretta da portare fuori dalle mura delle associazioni.

I rapporti con gli insegnanti sono diversi, nel percorso scolastico di Ale (cito lui perché avendo 12 anni ha avuto più esperienza scolastica della sorella) abbiamo trovato insegnanti che non hanno minimamente considerato la valutazione presentata a scuola e hanno ignorato le sue caratteristiche arrivando a mortificarlo e farlo sentire sbagliato; insegnanti che hanno provato, nonostante non avessero nessuna formazione, ad accogliere le sue richieste ma non sono riuscite a gestire la classe con un elemento con molti interessi; insegnanti che lo hanno accolto e sono riuscite anche a creare un lavoro di classe molto positivo che ricadeva su tutti gli alunni. Purtroppo ad oggi il tutto è sulle spalle dei singoli insegnanti e modificare la didattica sta alla loro volontà.

Con i compagni e i rispettivi genitori il rapporto è come con gli insegnanti, purtroppo la società ci vuole tutti uguali e se qualcuno esce dal seminato e dalle convenzioni sociali è visto e percepito come diverso. Ci sono delle persone, sia bambini che genitori, che accolgono il diverso a braccia aperte e capiscono che è una risorsa, che ognuno ha una visione del mondo arricchente se condivisa e invece ci sono persone a cui la diversità fa paura e ci allontana.

Il ruolo della scuola per ora è molto marginale, come dicevo prima è tutto legato alla volontà del singolo insegnante, attualmente in Italia non c’è nemmeno una legge che possa tracciare le linee guida per poter iniziare un percorso serio con la scuola e la formazione degli insegnanti e solo noi sappiamo quanto questi corsi siano fondamentali.

Plusdotazione e Società: da Mamma a Mamma come pensi sia giusto aiutare i bimbi con una marcia in più, in una Società complessa e spesso discriminante nei confronti dei più bravi? Semplicemente accogliendoli e accettandoli, senza mettere etichette. Se un bambino non si sente diverso e discriminato potrà sentirsi libero di esprimere le proprie capacità ed essere sereno e felice.

Perché la plusdotazione viene più spesso gestita dalla Scuola come un problema che come un plus valore?
Perché, come dicevo prima, non c’è informazione e formazione. Nonostante nel 1994 il Parlamento Europeo abbia emanato una raccomandazione in cui si consiglia agli stati membri l’emanazione di una legge che consideri i bisogni dei bambini plusdotati, l’Italia non si è ancora mossa e senza una legge la scuola fa poco.

Quali sono i rischi per un bimbo il cui QI non viene valorizzato, ma soffocato? Come per tutti i bambini se non vengono riconosciuti e rispettate le loro particolarità e le loro passioni, l’autostima precipita e si sente sbagliato, diverso. Anche noi adulti cerchiamo ambienti che ci accettino e ci stimolino non vedo perché debba essere sempre chiesto ai bambini di adattarsi e fare silenzio.

Vestiamo i panni di genitori che hanno il sospetto di avere figli con una marcia in più. È plus dotato? Come me ne accorgo?
I primi segnali sono le mille domande e i discorsi “ fuori età” che propone, un bambino plusdotato ha un’età “ mentale” diversa da quella anagrafica e sembra un adulto in un corpo di un bambino, ma l’emotività è uguale o inferiore alla sua età anagrafica e questa dissincronia colpisce moltissimo i genitori.

Mio figlio (genitore X ipotetico) potrebbe essere un bimbo plus dotato. E ora che faccio?!? Come posso aiutarlo a valorizzare e gestire questo grande dono?
Suppongo che per avere questa certezza tu ti sia rivolta a un professionista (psicologo o neuropsichiatra infantile), che gli ha somministrato i test per la valutazione cognitiva. Senza un’adeguata valutazione non si può essere certi che il bambino sia plusdotato. Dalla valutazione si possono capire le strategie di intervento per aiutare quel bambino. Ogni bambino è unico e diverso e non si possono dispensare strategie univoche per tutti. In un secondo momento noi genitori abbiamo bisogno di digerire il tutto, credetemi non è così facile come possa sembrare, si cerca il confronto con altri genitori si cerca chi è già nella nostra stessa situazione perché anche noi, come i nostri figli, abbiamo l’esigenza di appartenere ad un gruppo, di sentirci parte di una famiglia allargata che ti accoglie nei momenti felici ma anche in quelli più difficili e che ti capisca al 100 %.

Per valorizzare e gestire il dono dei nostri figli non serve fare nulla di strano o impossibile, basta ascoltarli, accoglierli, farli sentire accettati, assecondare le loro richieste di informazioni e le loro curiosità.

Un bambino accettato è un bambino felice.

Da Mamma a Mamma: consigli cuore a cuore di una Mamma Plusdotata alle altre Mamme Plusdotate. Esistono letture, corsi, gruppi o attività consigliate ai Genitori Plusdotati in modo da aiutarli nella crescita e scongiurare lo spettro della demotivazione?
Un bambino plusdotato è motivato ad apprendere per la sua stessa natura. Può perdere interesse per lo studio se a scuola non trova “pane per i suoi denti”, ma continuerà ad imparare anche autonomamente. Io ti parlo da mamma di due bambini riconosciuti e seguiti, ma un plusdotato non riconosciuto e non sostenuto può perdere motivazione all’apprendimento. La plusdotazione è legata ad un modo di vivere e quello non si cambia, ma quel bambino potrebbe non sviluppare il proprio potenziale e non sentirsi realizzato.

Ci sono associazioni che propongono corsi, laboratori, camp sia estivi che invernali e che creano gruppi anche fra i genitori.

Per quanto riguarda i libri purtroppo in Italia ne abbiamo ancora pochi posso consigliarne alcuni:

  • “I bambini ad altissimo potenziale intellettivo” scritto dalla Dott.ssa Federica Mormando ediz. Centro studi Erickson
  • “ Quando la natura fa centro” scritto dal Dott. Feldman ediz. Giunti

Mamma Plusdotata: di cosa parli nel Tuo blog? Dove leggerti?
Il mio blog parla della nostra famiglia e di come viviamo, il mio intento è far capire alle persone che mi leggono che siamo una famiglia come tante, con gli stessi problemi, con le stesse idee e gli stessi ritmi.

Ci sono anche delle rubriche per aiutare i genitori di ragazzi plusdotati ad avere un quadro più generale, ho una corrispondete negli USA che mi aiuta a diffondere le notizie americane in Italia, una professoressa che ci aiuta a capire come il mondo scuola si approccia a questa realtà e poi ho una giornalista che mi aiuta proponendo ai genitori e ai ragazzi nuovi titoli di libri interessanti e stimolanti.

Cerco comunque di dare informazioni anche sul mondo della plusdotazione, commento articoli e conferenze e cerco di dare, a chi mi contatta, le informazioni per rivolgersi alle associazioni.

Mi potete leggete sull’omonimo Blog MammaPlusdotata o seguire sulla mia Pagina Facebook.