Perché non devo toccare le stelle marine? Cosa devo fare se trovo una stella marina nel bagnasciuga o a pochi metri dalla riva, mentre si fa trasportare dalle onde del mare? Colorate e sinuose, le asteroidee danzano nei fondali sabbiosi sia l’estate che l’inverno. E qualche volta le ritroviamo ai nostri piedi, senza nemmeno accorgercene. Cosa fare in questi casi? Le stelle marine appartengono alla specie degli echinodermi, come i ricci e i cetrioli di mare. Hanno un dermascheletro coperto da strutture esterne ed interne che hanno lo scopo di filtrare l’acqua, senza la quale non potrebbero vivere.
Eppure, se estate equivale a sole, solare e mare. Se le vacanze vengono vissute in maniera intensa, soprattutto dopo una pandemia che ha stravolto abitudini e certezze. Sempre più spesso passano in bacheca selfie che immortalano ricordi di spiagge incontaminate e giorni sereni, con gli echinodermi di turno tra le mani.
Selfie scattati spesso senza riflettere in merito al danno che stiamo provocando all’ecosistema marino e alla salute di queste specie che in genere vivono pochi centimetri sotto i fondali sabbiosi.
Perché non devo toccare le stelle marine? Perché bastano 4 secondi fuori dall’acqua affinché muoiano di embolia, anche a distanza di giorni e anche se le riponi in acqua. Fuori dal mare inglobano aria che per loro è nociva poiché non permette di respirare sott’acqua. Inoltre, toccarle implica esporle a contaminazione batterica. Perché le mani dell’uomo possono danneggiare le piccole strutture di cui sono composte e che fungono da filtro per l’acqua marina. E poi le mani possono danneggiare il muco che le riveste e che ha una funzione di autodifesa, la cui assenza le rende vulnerabili ad attacchi.
Perché le stelle marine non sopravvivono nel secchiello? Perché le temperature a cui arriva l’acqua all’interno del secchiello sono spesso alte e fatali. Ciò vale per le stelle marine e per ogni altra specie marina.
Ma è vietato raccogliere le stelle marine? Certo! Si tratta di specie protette.
Cosa rischio se porto via sabbia, conchiglie, acqua o stelle di mare? L’ art. 1162 del codice della navigazione, intitolato ” Estrazione abusiva di arena o altri materiali” recita:
Chiunque estrae arena, alghe, ghiaia o altri materiali nell’ambito del demanio marittimo o del mare territoriale ovvero delle zone portuali della navigazione interna, senza la concessione prescritta nell’articolo 51, e’ punito con l’arresto fino a due mesi ovvero con l’ammenda fino a lire mille.((59))
Così aggiornato dalla legge 222 del 29 novembre 2007:
Chiunque estrae arena, alghe, ghiaia o altri materiali nell’ambito del demanio marittimo o del mare territoriale ovvero delle zone portuali della navigazione interna, senza la concessione prescritta nell’articolo 51, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.549,00 (7) a euro 9.296,00 (8).
Ma lo sai che? I mutamenti climatici e l’inquinamento dei mari stanno provocando danni a queste specie, con morie di massa che compromettono l’equilibrio del sistema marino.
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