Viaggi che Mangi è un travel blog, ma non uno qualsiasi. Il blog di Selene è curato con passione, formazione e desiderio di trasmettere l’essenza di ogni suo viaggio. Sì. In “Viaggi che Mangi” Selene plasma il suo animo di viaggiatrice incallita, la sua passione per il cibo, il buon cibo e le sue abilità, perché aprire un blog non significa solo chiacchierare di esperienze. Dietro il suo blog si cela anche una formazione specifica. Ah… e chiariamo: studio e compagnia cantante non sono esclusivamente la base della formazione di una travel blogger!
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Chi è Selene? Ci parli del tuo percorso formativo? Negli anni della mia formazione ho sempre e solo seguito le mie passioni. Dopo essermi diplomata al Liceo Linguistico ho deciso di frequentare la triennale di Lettere moderne. In quel periodo mi sono innamorata del cinema grazie al corso di Storia e critica del cinema tenuto da un professore molto più che straordinario. Ho scritto una tesi su Pier Paolo Pasolini e su come utilizzasse il corpo, sia nei suoi film che nei suoi romanzi, come strumento di lotta politica. È stata una tesi un po’ controversa, ma di cui sono davvero molto soddisfatta.
Dopo questo percorso ho deciso di continuare ad occuparmi di media e mi sono iscritta alla Magistrale in Comunicazione e culture dei media. L’interesse per la comunicazione è cresciuto e si è mischiato a quello per il digitale. Mi sono laureata con una tesi volta a sottolineare l’importanza dell’innovazione digitale all’interno dei programmi di finanziamento europeo nell’ambito culturale e subito dopo ho deciso di frequentare il corso di perfezionamento in innovazione digitale per i beni e le attività culturali.
Perché aprire un blog dedicato ai viaggi?
Bella domanda! Premetto che le mie più grandi passioni sono i viaggi e il buon cibo.
Viaggio da sempre e credo fermamente che nessuna scuola potrà mai insegnare ciò che si apprende viaggiando. Sono convinta che il rispetto, l’educazione e la cultura si imparino davvero solo quando si esce dalla propria zona comfort e viaggiare è un ottimo modo per farlo.
Il mio blog è nato all’improvviso. In un pomeriggio in cui facevo le mie solite ricerche al computer per trovare annunci di lavoro a cui rispondere. Mi sono imbattuta per caso in qualche articolo che parlava di come aprire un blog e ho pensato “Amo scrivere, vorrei che la comunicazione diventasse il mio lavoro, perché non tentare… questa potrebbe essere la strada giusta per condividere con altri le mie passione e per provare a comunicare quello in cui credo!
Cosa significa, per i non addetti al settore, lavorare come copy da remoto? Lavorare come copywriter da remoto vuol dire lavorare tanto e in continuazione, ma da casa!
Il lavoro del copywriter è quello di scrivere testi per terzi, che siano aziende o privati, per le loro campagne di marketing, per le loro pubblicità, per i loro siti o per le loro brochure.
Lavorare da remoto non vuol dire stare a casa a non fare nulla, ma lavorare anche al di fuori delle solite ore d’ufficio con la libertà, però, di farlo da dove si vuole e nei momenti che si preferiscono (c’è chi ama lavorare di notte, di prima mattina, nel tardo pomeriggio…).
Chi è il travel blogger? Come diventare travel blogger? Il travel blogger è una persona capace di raccontare una destinazione. Può conoscerla alla perfezione e quindi dare consigli particolari ed unici oppure può semplicemente raccontare la sua esperienza e ispirare altri a ripeterla.
Il travel blogger è un viaggiatore con la dote della comunicazione!
Ancora non lo so come si diventa travel blogger professionisti, ma sono certa che è necessario avere un blog (su Instagram si chiamano al massimo travel influencer) e saper scrivere contenuti che siano di qualità e soprattutto utili.
Anche questo settore ormai è inflazionato. Chi secondo te emerge e chi no? Perché? Sicuramente le persone che sono emerse davvero fino ad oggi sono quelle che hanno aperto blog 10 anni fa, quando ancora questo mondo era pressoché sconosciuto e il web era appannaggio di pochi.
Oggi è tutto davvero difficile: troppi social e troppi modi per barare.
Vorrei rispondere a questa domanda dicendoti che emerge chi propone ottimi contenuti e chi riesce a catturare l’attenzione, con contenuti particolari e unici, di coloro che ogni giorno navigano la rete, ma purtroppo in troppi casi vedo emergere chi paga e chi bara…
Spero che le cose cambino presto: ultimamente, ad esempio, Instagram ha dato inizio ad una serie di azioni contro chi ha sempre pagato followers, like e commenti. Staremo a vedere!
I travel blogger riescono veramente a viaggiare gratis o essere pagati per farlo? I travel blogger professionisti sì! Ci riescono quelli di cui ti parlavo prima, quelli che gestiscono un blog da moltissimo tempo o i blogger stranieri. Ci riescono quelle persone che sono arrivate a farne un lavoro vero e proprio.
Secondo me, però, non bisogna far passare il messaggio che i blogger viaggiano gratuitamente: questo è pur sempre un lavoro! Come tale deve essere retribuito e come tale bisogna capire che non sempre è un vero e proprio “piacere”. La destinazione non è sempre una tua scelta, i ritmi sono spesso frenetici e i contenuti da realizzare davvero tantissimi. Per quanto viaggiare sia la cosa più bella del mondo, non bisogna pensare che un travel blogger non faccia nulla!
Personalmente io, per ora, non ho mai ricevuto compenso per i miei viaggi: ho partecipato ad alcuni press tour in cui trasporti, vitto e alloggio sono stati completamente offerti e ho ricevuto alcuni biglietti per visitare musei durante i miei viaggi. Il blog ha un anno e mezzo e credo che un po’ di gavetta sia necessaria!
Parliamo di immaginario collettivo: percorro tutti i giorni l’autostrada da Roma a Napoli, allora sono un travel blogger? Perché no! Potresti raccontare le tue esperienze giornaliere, le persone che incontri lungo la strada e negli autogrill, dare consigli su come sopravvivere al traffico, sui benzinai meno cari…. Potresti decidere di allargare i tuoi orizzonti e specializzarti in viaggi in autostrada! Le idee potrebbero essere mille! Ovviamente come dicevo all’inizio le doti di comunicazione secondo me sono fondamentali, poi ci deve essere un progetto, senza dimenticarsi l’importanza dello studio.
Parliamo ancora di “immaginario collettivo”, il più delle volte si pensa: provo a chiedere notti gratis a qualche hotel. Secondo te, quando un hotel può riscontrare utile una promozione da parte di un blogger? Principalmente credo che sia necessario smettere di chiedere qualcosa gratis “in cambio di pubblicità”. Ci si allontana dalla professionalità. Nessun lavoro può essere svolto gratuitamente, in qualsiasi campo (nonostante in Italia a volte anche i datori di lavoro se ne dimentichino!).
Se una persona ha migliaia di followers su Instagram e vuole approfittarsene è un altro discorso. Se bastassero dei semplici numeri allora tutti potrebbero considerarsi influencer o travel blogger (conosco persone che hanno più amici di me su Facebook!) e questo lavoro non esisterebbe più.
Dietro ad un travel blogger c’è un lavoro: la costruzione di un brand, lo studio di tecniche di scrittura SEO per rendere il proprio blog sempre più visibile, le analisi sull’evoluzione del social media marketing… A quel punto un hotel, un’azienda o un ente del turismo potrebbe aver bisogno del suo lavoro!
Viaggi e famiglia di origine: quanto hanno inciso sulla tua passione da globe-trotter? Tantissimo! Mio nonno era americano e parte della mia famiglia vive negli Stati Uniti. Mio papà, invece, è di Gaeta e io ho trascorso nella cittadina laziale praticamente ogni momento libero della mia adolescenza.
Con i miei genitori, poi, ho viaggiato sempre: Croazia, Spagna, Stati Uniti… Mi hanno sempre portata con loro e mi hanno insegnato la bellezza di scoprire il mondo. Non potrei vivere senza viaggiare!
L’America da bambini: soldi spesi inutilmente oppure esperienze che rimangono impresse? Esperienze uniche che rimangono nel proprio cuore per sempre!
Sono stata negli Stati Uniti per la prima volta a sei anni e uno dei ricordi più belli della mia vita è ambientato sulle Torri Gemelle: guardavo di sotto e urlavo “Mamma, papà! Guardate, ci sono le micro machine!”
Di quel viaggio non ricordo tutto alla perfezione ovviamente, ma certi momenti sono stampati nella mia mente e non li dimenticherò mai.
Qualche dritta per viaggiare risparmiando? Se potete, prenotate sempre con largo anticipo: avrete più scelta e risparmierete moltissimo!
Potreste approfittate del Black Friday o di altri sconti durante l’anno. Invece di avere ben in mente una meta precisa potreste decidere di lasciarvi ispirare: in questo modo troverete sicuramente buone occasioni.
Un altro modo per risparmiare è quello di informarsi sui programmi fedeltà delle catene alberghiere: spesso gli sconti sono davvero interessanti.
Poi cercate sempre su internet se nei luoghi dove andrete sono disponibili tessere locali per i trasporti pubblici o per i musei. Spesso ce ne sono alcune davvero molto convenienti!
Sia in Italia che all’estero pensate di approfittare delle giornate in cui i musei sono gratuiti: magari farete la fila, ma risparmierete sicuramente molto sui prezzi dei biglietti.
Quando prenotare un hotel risparmiando? Dipende! Io prenoto sempre con almeno 3 – 4 mesi di anticipo. Cerco spesso quelli con cancellazione gratuita se ho paura di cambiare idea o se la cifra è molto alta. Non sono amante del last minute, ma so che molte persone risparmiano molto anche così.
Dove possiamo leggerti? Se volete leggere i miei consigli di viaggio li trovate sul blog Viaggi che mangi: troverete racconti, idee, itinerari e consigli enogastronomici. Se amate cinema e letteratura troverete anche una sezione dedicata! Volendo potete seguire la pagina Facebook di Viaggi che mangi per rimanere sempre
Grazie Selene!!! Buoni chilometri!!!
Selene Scinicariello
Travel Blogger e Copywriter